Viva la Maremma Parte 2

Prima Tappa: ISOLA D’ELBA

Nel nostro girovagare per la Maremma non poteva mancare una tappa emozionante nella bellissima Isola d’Elba. Decidiamo quindi di raggiungere in auto Piombino e da qui prenotiamo l’imbarco (2 persone + auto) verso Portoferraio.

Elba Toscana

Isola d'Elba

La bellezza unica di quest’isola ci ha davvero rigenerato: mare turchese, un perimetro costiero eccezionalmente lungo e ricco di cale, calette e spiagge d’ogni tipo. Le opportunità di vivere il mare lungo gli oltre 147 chilometri di costa sono veramente tante, ognuna con la sua morfologia e il suo carattere: lunghi arenili di sabbia dorata, minuscole calette di sassolini, spiagge di sabbia nera composte di minerali finissimi, altre di ciottoli bianchissimi, imponenti scogliere di granito e basalti. Impossibile non trovare quella che vi farà battere il cuore. La semplicità di uno zaino in spalla e il partire alla scoperta di scorci nascosti ed esclusivi, ci fa immaginare di essere uno dei primi esploratori in avanscoperta sull’isola.

Nel tardo pomeriggio ci godiamo un meraviglioso bagno nella spiaggia di Capo Bianco, non lontano da Portoferraio. Il ghiaino caratteristico conferisce all’acqua quel colore sfumato dal più chiaro allo scuro caratteristico dell’Isola d’Elba. Verso le 19.30 la spiaggia inizia a svuotarsi e inizia ad aprirsi in esclusiva per noi un magnifico tramonto sul mare. Siamo immersi nella natura incontaminata, lontani dal mondo, a due passi da tutto. Il totale contatto con la natura e il silenzio più profondo ci donano una sensazione impagabile che riempie il cuore.

spiaggia di capo bianco isola d'elba

spiaggia di capo bianco

Immersi nei profumi della macchia mediterranea, fra un bagno e l’altro, pervasi da un senso di benessere e dalla voglia di rimanere e assaporare ancora dell’armonia di corpo e mente donata da quest’isola, decidiamo di trascorrere la notte in auto e continuare le nostre esplorazioni il giorno seguente.

Quest’isola ci è parsa quasi miracolosa – forse lo sono un po’ tutte le isole – ma sicuramente l’Elba, con il suo concentrato di minerali, è permeata da un’atmosfera magica, più intensa che altrove. E cosi ci rimbarchiamo con la promessa di tornarci senza alcun dubbio!

 

Seconda tappa: Giardino dei Tarocchi

Il giorno dopo optiamo per una gita fuori porta… e la scelta cade sull’esoterico giardino delle sculture di Niki de Saint Phalle, il Giardino dei Tarocchi di Capalbio sulla collina di Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina.

Il Giardino è un vero e proprio museo a cielo aperto, perfettamente inserito nel paesaggio collinare della Maremma, un parco di eccezionale fascino, unico al mondo, uno degli esempi d’arte ambientale più importanti d’Italia.
Il Giardino dei Tarocchi, in cui l’artista franco-statunitense identifica il sogno magico e spirituale della sua vita, si ispira al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona e al giardino di Bomarzo.

Già dall’entrata ci siamo immersi in un mondo tra sogno e realtà, imbattendoci in ciclopiche sculture alte dai 12 ai 15 metri ispirate alle figure dei 22 arcani maggiori dei tarocchi. Per il suo particolare aspetto e la sua delicatezza, da subito abbiamo colto l’atmosfera magica che si respira passeggiando tra le imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate.

Viva la Maremma parte 2Giardino dei Tarocchi Capalbio

Giardino dei Tarocchi MaremmaGiardino dei Tarocchi

Niki de Saint Phalle lavora alla realizzazione del giardino per più di diciassette anni a partire dal 1979, affiancato, oltre che da diversi operai specializzati, da un’équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro.
L’apertura al pubblico è avvenuta il 15 maggio 1998, ma i lavori continuano fino al 2002, anno della scomparsa dell’artista.
All’opera hanno collaborato anche Ricardo Menon, amico ed assistente personale di Niki de Saint Phalle anch’egli scomparso pochi anni or sono, e Venera Finocchiaro, ceramista romana; le sculture più piccole del Giardino (la Temperanza, gli Innamorati, il Mondo, l’Eremita, l’Oracolo, la Morte e l’Appeso), realizzate a Parigi con l’aiuto di Marco Zitelli, sono state poi prodotte in poliestere da Robert, Gerard e Olivier Haligon.
L’architetto ticinese Mario Botta, in collaborazione con l’architetto grossetano Roberto Aureli, ha disegnato il padiglione di ingresso – uno spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro, pensato come una soglia che divida nettamente il Giardino dalla realtà quotidiana.

Il Giardino dei Tarocchi costituisce una vera e propria “città” in cui le sculture-case segnano le tappe del percorso spiccando nei colori intensi e vivacissimi nel selvaggio paesaggio naturale.
Via via lungo il percorso iniziatico del parco i nostri sensi sono stati letteralmente rapiti dalla spasmodica dilatazione delle forme e dalla solare ed esplosiva corposità delle sculture, ispirate ai maestri del cromatismo, da Matisse a Picasso, da Kandinskij a Klee.

Siamo rimasti veramente entusiasti! Se capitate nelle vicinanze il Giardino, gestito  per volontà dalla stessa autrice dalla Fondazione Il Giardino dei Tarocchi, merita senza dubbio una visita di un paio d’ore.