L’Anello d’oro e il cuore della spiritualità russa

Agosto 2018. Ci aspetta una nuova esperienza, nuovi incontri e nuove culture da scoprire… La nuova meta? La grande madre Russia, tra due metropoli splendide pur nella loro profonda diversità: la maestosa Mosca e la preziosa e sfarzosamente elegante San Pietroburgo.

Ma al di là delle due capitali, ci siamo inoltrati anche nel cuore del paese, lontani dai modi e dagli standard di vita delle grandi città, alla scoperta della culla della civiltà e della storia russe. Sergiev Posad, Suzdal, Rostov, Uglich, Yaroslavl, Pereslavl-Zalesskij, Kostroma… stiamo parlando dell’Anello d’oro. Questa storica regione, compresa tra Mosca e il Volga, è costituita da una “costellazione” di antiche città dal glorioso passato e dal grandissimo interesse storico e architettonico. Quando nel medioevo questi centri erano ricchi e potenti principati, la capitale era poco più di un villaggio. Tuttavia, i motivi di interesse per visitare l’Anello d’Oro non sono solo storico-architettonici. Lontano dalle grandi città, incomparabili sono i paesaggi naturali che la regione regala, grazie anche alla presenza di numerosi fiumi ed estese foreste. Ma soprattutto queste zone, ancora turisticamente non molto frequentate, offrono uno spaccato genuino di quella che è la realtà della provincia russa.

Uno dei tratti salienti di questo viaggio è stato la scoperta della Chiesa Ortodossa tra architettura, arte, ma soprattutto spiritualità.

Se nella maggior parte delle Chiese cattoliche, le parti esterne appaiono sobrie o con uno stile austero, nelle Chiese ortodosse orientali non mancano colore e un po’ di curiosa stravaganza. Gli edifici tendono ad essere dipinti con colori vivaci, le cupole a forma di elmo o cipolla sembrano arrivare direttamente dal mondo delle favole e i monasteri sembrano i castelli dei re e delle principesse Disney.

Anello d'oro

L’Anello d’oro e il cuore della spiritualità russa

Russia e Anello d'oro

Anello d'oro Ortodossia

Entrando si rimane colpiti dall’atmosfera soffusa creata dalle molteplici candele accese in una pregheria o un suffragio e dal vedere l’ambiente praticamente tappezzato da icone di ogni epoca e tipologia, lignee, dorate, ricoperte da tessuto, raffiguranti Cristo, la Vergine o i Santi. Una linea ideale divide la zona per i fedeli dalla zona accessibile solo ai Clerici. Questa linea è indicata dall’iconostasi che significa letteralmente “luogo delle icone”. L’iconostasi può essere una parete con tre porte separate da due icone oppure semplicemente due supporti o cavalletti che reggendo due icone dividono lo spazio in tre passaggi. A destra c’è sempre l’icona di Nostro Signore Gesù e a sinistra quella della Madonna.

Chiese ortodosse

Iconostasi

L’arte, per i cristiani ortodossi, è considerata un dono divino, come la profezia. Considerate “finestre sul Mistero”, le icone nascono con la funzione didattica di far comprendere meglio 2.000 anni fa a fedeli spesso analfabeti quanto la religione cristiana insegnava. Oggi come allora attraverso il linguaggio dei colori, delle forme e dell’espressione dei visi, insegnano le verità cristiane, santificando i credenti tramite la preghiera e la vista. Sono, pertanto, più di un’ immagine religiosa, sono un mezzo per conoscere Dio, la Madre di Dio ed i Santi.

Per questo motivo un’ icona non si dipinge ma si “scrive”. L’iconografo, oggi come nel passato, si prepara con la preghiera ed il digiuno prima di dipingere un’icona e deve rispettare severe regole di comportamento, custodite e tramandate dai Padri della Chiesa:

1) inizia facendo il segno della Croce, pregando nel silenzio della meditazione e del raccoglimento e perdona i suoi nemici;

2) usa la massima cura in ogni dettaglio perché Cristo è in mezzo a noi e osserva la sua opera;

3) lavora in silenzio e prega per ritemprarsi nel fisico e nello spirito;

4) per scegliere ogni colore cerca consiglio nel Signore dentro la sua anima;

5) si concentra sull’oggetto del suo lavoro, prega e riceve ispirazione;

6) non è geloso del lavoro altrui perché il successo di un fratello è anche il proprio;

7) al termine ringrazia il Signore e non dimentica mai le sensazioni di gioia che ottiene dal suo lavoro, dalla sua divulgazione e dallo splendore dell’icona e nell’unione speciale con essa;

8) prega per primo appena terminata l’icona davanti ad essa ed è il primo ad ottenere felicità attraverso di essa.

Anche i colori nelle icone conservano un significato speciale:

  • BLU: è il Divino
  • GIALLO: la luce divina
  • VERDE: la natura
  • ROSSO: l’umanità
  • BIANCO: la purezza e la vita
  • NERO: la privazione della vita.

L’espressione corporea del bacio è un’esternazione di pietà tipica del culto ortodosso, che indica venerazione, rispetto e senso di comunione. Entrando in chiesa, i fedeli baciano le icone, e durante le funzioni è pratica comune baciare la mano dei celebranti o altri oggetti, quali i paramenti, la croce e il libro dei Vangeli. Il saluto di pace tra i celebranti avviene tipicamente nella forma del bacio, così come la venerazione delle reliquie.

Durante il nostro viaggio abbiamo avuto il piacere di assistere ad una messa ortodossa, avendo modo di osservare rituali e gesti votivi e di essere pervasi dalla profonda spiritualità che si respira durante le celebrazioni.

Prima di entrare in chiesa i fedeli ripetono tre volte il segno della croce alternato ad un inchino. Segno della croce e inchino sono sempre in sequenza alternata! Nel segno della croce i russi uniscono pollice indice e medio e con queste tre dita toccano la fronte, poi il ventre, quindi la spalla destra e infine quella sinistra, al contrario, quindi, rispetto ai cattolici. Ripetono poi il tutto al momento di passare la porta della chiesa e di frequente durante la messa, che, in gran parte cantata, è un dialogo cantato tra il sacerdote e i fedeli.

Durante la funzione i fedeli rimangono in piedi. A volte ci sono sedie o sedili sui lati, ma sono previsti solo per i malati o per le persone molto anziane, che non possono per motivi fisici restare tanto a lungo in piedi. Le sedute sono considerate un impedimento al culto che rende impossibili, per esempio, le prosternazioni e altre espressioni individuali di pietà, un irrigidimento del ruolo del fedele e una limitazione alla sua connessione e relazione con l’ambiente e il concetto spaziale di “Cielo sulla terra”.

E così anche questo viaggio è stato un’occasione unica per scoprire, ancora intatto, lo spirito puro di un popolo e vedere gli splendori della Chiesa d’Oriente. E lasciando andare lo sguardo sui boschi di betulle e le piccole isbe di legno nascoste nel verde ci siamo sentiti, per un po’, personaggi di un romanzo di Tolstoj.  L’anima russa che pulsa nelle antiche città dell’Anello d’Oro, tra centinaia di cupole d’oro, stupende architetture e paesaggi fiabeschi rimarrà per sempre nel nostro cuore.